Beta-talassemia

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Associazione Veneta per la Lotta alla Talassemia

ThalLab - Università di Ferrara

Malattia

β-talassemia

Con la parola talassemie viene indicato un gruppo di disordini ereditari che modificano la quantità ed il tipo di emoglobina che una persona produce.
La beta-talassemia (β-talassemia) è causata da una o due mutazioni dei due geni della beta globina, che portano alla presenza di eritrociti anormali.
La β-talassemia include diverse tipologie di malattia:

  • Tratto della β-talassemia, con soggetti che abitualmente non mostrano nessun particolare problema se non microcitemia (globuli rossi di piccole dimensioni), con o senza una modesta anemia che non risponde alla supplementazione con ferro. La mutazione può essere trasmessa ai propri figli.
  • Talassemia intermedia, con soggetti che presentano anemia richiedente trattamento medico.
  • Talassemia maggiore, nota anche come Anemia di Cooley, che comprende soggetti che presentano anemia di grado tale da richiedere trasfusioni su base regolare per tutta la vita, con conseguente forte necessità di trattamenti medici concomitanti. Con l’andar del tempo le frequenti trasfusioni portano ad un accumulo di ferro nel corpo.

La linea di divisione tra la talassemia intermedia e la talassemia maggiore è rappresentata dal grado di anemia e dalla frequenza delle trasfusioni necessarie per il trattamento. Coloro che soffrono della forma intermedia della malattia possono avere necessità di trasfusioni, ma non ne hanno necessità con regolarità.
Incidenza della malattia.
La β-talassemia è più comune nelle persone di discendenza mediterranea, africana o del sud est asiatico, aree dove la presenza del tratto della malattia è riscontrabile nel 5-30% della popolazione. Con ogni probabilità questa elevata incidenza è legata ad una pressione selettiva costituita dalla presenza della malaria in queste zone geografiche.
Si stima che circa 1,5% della popolazione globale (80-90 milioni di persone) sia portatrice del tratto della malattia, con conseguente nascita di circa 60.000 individui all’anno con manifestazioni cliniche, in gran parte nei paesi in via di sviluppo.
L’incidenza totale è stimata in 1 su 100.000 globalmente e 1 su 10.000 nell’Unione Europea.

Progetto

Progetto


Uso di sirolimus nella β-talassemia

In alcuni pazienti affetti dalla malattia è stata osservata una espressione anomala di geni della gamma globina, con conseguente variazione dei livelli di emoglobina fetale (HbF) dal valore abituale di circa 2,5% al 20%. Questi livelli elevati di HbF portano ad un particolare fenotipo clinico, denominato HPFH (Persistenza Ereditaria di Emoglobina Fetale).
Questi pazienti mostrano un profilo clinico soddisfacente, grazie al fatto che la presenza di alti livelli di HbF in parte permettono di superare i problemi causati dalla mancanza di emoglobina A.
Nel tentativo di imitare il fenotipo HPFH molti gruppi di ricerca hanno valutato composti capaci di indurre differenziazione eritroide e aumenti dei livelli di emoglobine di tipo embrio-fetale. Inoltre, il composto idrossiurea (nota anche come idrossicarbamide) ha mostrato a livello clinico la capacità di aumentare HbF nei pazienti con talassemia, riducendo la frequenza delle trasfusioni.

Sirolimus (noto anche come rapamicina) è un farmaco largamente utilizzato come immunosoppressore per la profilassi del rigetto di organi nel trapianto renale ed esercita la propria azione attraverso l’inibizione delle cellule T e delle cellule B.

Sirolimus è stato studiato in diverse condizioni patologiche ed è stato autorizzato negli Stati Uniti e nell'Unione Europea per il trattamento della linfoangioleiomiomatosi (LAM).
Sirolimus induce la differenziazione eritroide della linea cellulare leucemica K562 umana e aumenta la produzione di HbF nelle cellule precursori eritroide umane primarie. Inoltre, quando testato su cellule precursori degli eritrociti dal sangue periferico di pazienti con β-talassemia, sirolimus aumenta in modo dose dipendente il contenuto di HbF ed emoglobina, suggerendone quindi un potenziale ruolo nel trattamento dei pazienti con β-talassemia.
RarePartners, dopo aver ottenuto la designazione di farmaco orfano per il sirolimus nella beta talassemia sia da EMA che da FDA ha sponsorizzato l’esecuzione di due sperimentazioni cliniche in pazienti beta-talassemici trasfusione dipendenti.
Il primo studio clinico, realizzato grazie ad un importante finanziamento della Wellcome Trust Foundation, si è svolto presso l'Ospedale Universitario di Ferrara ed è stato completato nel 2022.

Il secondo studio, multicentrico e finanziato da AIFA, ha coinvolto gli Ospedali di Ferrara, Firenze e Pisa, si è concluso nel 2024 ed è stato coordinato dal Prof. Gambari dell’Università di Ferrara, che ha diretto per molti anni le ricerche che hanno portato alla individuazione del potenziale uso di sirolimus nella cura delle emoglobinopatie.
Le ricerche del gruppo del Prof. Gambari ed i risultati dei due primi studi clinici pilota hanno dato luogo a diverse pubblicazioni scientifiche, in cui compare come co-autore il Dr Marco Prosdocimi di Rare Partners.

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