#MiFidodiTe: nuotano per 7km a sostegno della ricerca

News

di Claudio Salvalaggio (ANSA) - Milano 9 ottobre 2019 - Una traversata a nuoto in mare aperto di 7 km  legati l'uno all'altra, coscia a coscia, da una corda di soli 50 centimetri e da una fiducia totale: e' l'impresa sportiva, ma soprattutto umana, di Alessandro Mennella, genovese di 36 anni, sordo e cieco a causa della sindrome di Usher, e Marcella Zaccariello, nuotatrice master e tra i fondatori di RarePartners, società non profit nata nel 2010 con lo scopo di supportare  lo sviluppo di nuove terapie e strumenti diagnostici nel settore delle malattie rare.

Settemila metri come i 7.000 euro che volevano raccogliere per le ricerche sulla sindrome di Usher, ma alla fine ne sono arrivati il doppio.

E al traguardo della terza tappa dell'Italian Open Water Tour, da Finale Ligure a Noli, sono arrivati anche loro due, dopo tre ore di fatica aumentata da un mare che a meta' gara ha voltato le spalle ai 145 partecipanti, molti dei quali si sono arresi alle correnti e a onde di oltre un metro.

Alessandro e Marcella no, hanno nuotato sino alla meta per vincere una sfida che andava oltre la competizione.

"Per me non era una gara, ma un viaggio straordinario in cui l'unico linguaggio possibile era scriversi sul palmo con la mano", racconta all'ANSA Marcella, che aveva battezzato l'iniziativa #MiFidodiTe, per sottolineare la reciproca fiducia alla base dell'impresa.
"Alessandro mi proponeva da tempo una nuotata 'legati' ma il solo pensiero mi raggelava. Poi è arrivata questa occasione e lui mi hai chiesto fiducia", spiega. "Non era importante il tempo finale ma il tempo condiviso in mare. Il tempo di sentire  la giusta sintonia nelle nostre bracciate, di parlarci senza bisogno di emettere un suono, di capirci senza bisogno di guardarci, con i miei occhi e le mie orecchie che guardavano e sentivamo per entrambi", sottolinea.

Non sono mancati i momenti difficili, e non solo per una corda cosi' corta che limita i movimenti. "A meta' percorso - prosegue - il mare grosso ci ha allontanati dalla costa e ho dovuto nuotare difendendomi dai colpi involontari di Alessandro, che pero' continuava a seguirmi. Poi mi ha chiesto quanto mancava, l'ho preso per mano per dirgli che eravamo quasi arrivati ma ci e' voluta un'altra ora per giungere a riva".

Lei era in lacrime per l'emozione, lui le ha sorriso e, quando si e' sentito chiedere come andava, ha risposto "alla grande", "eravamo dopati da tutti i nomi dei donatori sulla boa".

Del resto Alessandro e' un ottimista, con una grande forza di volonta' che lo ha portato a prendere una laurea triennale in informatica e una specialistica in scienze della comunicazione, a conquistare un lavoro part-time come sviluppatore di programmi e a diventare nel 2018 campione italiano del circuito di Italian Paratriathlon Series nella categoria ipovedenti, dove gareggia anche quest'anno (l'ultima gara a Bari nel weekend, al momento è secondo).

"In futuro ci piacerebbe accettare altre sfide di questo tipo, magari coinvolgendo gli organizzatori di questi eventi per continuare la nostra raccolta fondi col loro sostegno", rivela Marcella col marito Germano.